lunedì 18 luglio 2011

Adriana Calcanhotto live Roma Teatro Villa Pamphilj


Il blog si tinge ancora di verde oro, giovedì 14 luglio 2011 è di scena al Teatro Villa Pamphilj in Roma Adriana Calcanhotto.
Lei è figlia di un batterista jazz mentre la mamma è una ballerina, quindi respira arte e musica fin da piccolina.
Prima di iniziare l'attività musicale Adriana scrive anche per il teatro.
Il disco d'esordio si chiama "Enguiço" e ottiene un ottimo successo, la Calcanhotto viene paragonata ad Elis Regina. Si lancia nel suo secondo disco "Senhas" dove spiccano le canzoni "Mentiras" ed "Esquadros".
La Calcanhotto combina la tradizione della bossa nova con quella del samba, con quest'ultimo che predomina in maniera più marcata in quasi tutte le sue canzoni.
E proprio il suo ultimo disco si chiama "O microbio do samba" ovvero il batterio del samba, titolo non casuale che la stessa Adriana ci svela raccontandoci che Lupicinio Rodrigues, uno degli autori più celebrati della musica brasiliana, venne espulso giovanissimo dal collegio dove studiava, la ragione era che passava tutto il tempo in aula a suonare il tamburo e a cantare canzoni che nessuno capiva. Lupicinio si difese dicendo che era ammalato, aveva contratto il "microbio do samba" per l'appunto! Batterio che non lo avrebbe mai più abbandonato.
Veniamo quindi al concerto che vede la Calcanhotto accompagnata da un trio.
Al contrabasso c'è Alberto Continentino, alla chitarra e al cavaquinho David Moraes e alla batteria e percussioni Domenico Lancellotti.
Un anno fa invece la Calcanhotto si era esibita a Villa Ada in un concerto più intimo solo chitarra e voce, senza band di supporto.
Durante il concerto la Calcanhotto canta tutte e 12 le tracce del nuovo album, tra le più belle senza dubbio ""Vem ver", "Deixa Gueixa" e "Vai saber?".
Le percussioni di Lancellotti sono la colonna portante del concerto e la voce di Adriana, dolce e melodiosa si diffonde nella mite notte romana.
A me personalmente la timbrica di Adriana piace molto, certo non ha la potenza e l'estensione di note della grande Gal Costa, ma si adatta perfettamente a questa formula samba-canzone di cui la Calcanhotto è abile costruttrice.
La cantante di Porto Alegre, parla poco durante il concerto, si limita a ringraziare il pubblico dopo le canzoni e a dire scherzando, che ogni volta che si esibisce dice alla platea di turno di essere la migliore che abbia mai avuto.
Spesso durante o verso la fine delle canzoni la cantautrice brasiliana suona insoliti strumenti, molto spesso degli oggetti non prettamente musicali come phon o tazzine, come a comunicarci che tutto fa musica e a proposito di musica, Adriana non ci regala solo le sue ottime composizioni ma anche splendide cover come "Argumento" del mitico Paulinho da Viola o "Esses moços" del già citato Lupicinio Rodrigues.
L'onore di chiudere il concerto spetta a "Vambora" poi Adriana ci saluta e si prepara a portare il suo microbo del samba in altri lidi. La tappa finale del suo tour sarà proprio nel suo paese natale a Porto Alegre il 14 settembre.
Ecco la scaletta completa del concerto:

1. Eu vivo a sorrir
2. Aquele plano para me esquecer
3. Das prazeres das cançoes (Cavalcanti)
4. Mais perfumado
5. Vai saber
6. Jà reparo
7. Vem ver
8. Beijo sem
9. Trobar nova
10. Esses moços (L.Rodriguez)
11. Pode se remoer
12. Argumento (P.da Viola)
13. Tao chic
14. Deixa gueixa
15. Voce disse nao lembrar
16. Ta na minha hora
17. Vambora



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lunedì 11 luglio 2011

Jovanotti Ora Tour live in Roma


L'"Ora" tour di Jovanotti tocca finalmente la capitale e i fan di Lorenzo Cherubini non sono rimasti delusi.
Jovanotti dà vita ad un set di quasi 2 ore e mezza in cui condensa i suoi pezzi migliori e soprattutto dà ampio spazio al suo nuovo album "Ora" suonandolo quasi per intero.
Jovanotti è senza dubbio un'artista che ha subito nel corso degli anni una grande trasformazione, rinnovandosi continuamente e passando dagli inizi caratterizzati da canzoncine leggere prettamente da teenagers come "La mia moto" e "Gimme five", a canzoni più mature sia dal punto di vista dei testi che dal punto di vista musicale.
Un piccolo aneddoto legato al suo nome d'arte che forse non tutti sanno, Lorenzo aveva scelto di chiamarsi Joe Vanotti ma ci fu un errore del tipografo a cui aveva commissionato una locandina promozionale che scrisse Jovanotti e il resto è storia.
A lanciarlo fu Claudio Cecchetto, che dopo un iniziale rifiuto ci ripensò e affidò al giovane Cherubini il ruolo di presentatore di Deejay Television.
La prima fatica discografica di Jovanotti è "Jovanotti for President" che contiene la già citata hit "Gimme five".
Torniamo al concerto, ad aprire le danze è la nuovissima "Megamix" seguita da "Falla girare".
Il palco è a forma di chitarra e Jovanotti corre e salta continuamente mostrando una energia incredibile.
Il concerto è anche molto tecnologico, infatti oltre al maxi schermo che manda continuamente in onda immagini adatte associate ad ogni canzone ci sono altri tipi di effetti molto carini che seguono i movimenti di Jovanotti che sembra ora avvolto da ragnatele mentre balla e ora si trasforma in un poligono. A volte ci sono invece effetti come se piovesse o come se Jovanotti diventasse un disegno.
Lorenzo continua a snocciolare canzoni dell'ultimo album che sono però cantate dalla folla come se fossero canzoni vecchie di 10 anni. Ed ecco allora "Amami" con il suo ritmo dance oppure la più calma e dolce "Le tasche piene di sassi" fino ad arrivare alla bellissima "L'elemento umano".
Poi una serie di cavalli di battaglia sempre verdi come "l'ombelico del mondo" che Jovanotti inizia alla batteria oppure la stupenda "Bella" eseguita qua in chiave acustica, fino ad arrivare ad una delle più belle canzoni scritte da Jovanotti negli ultimi anni "A te".
Saturnino adorna tutte le canzoni con il suo grande basso e la folla gli tributa spesso ovazioni e applausi.
Il concerto è lungo ma sembra durare un secondo, merito dei pezzi tutti belli e tirati.
Non poteva mancare "Ragazzo fortunato" e anche pezzi più recenti come "Baciami ancora" e "Fango".
Una vera scarica di adrenalina arriva con la nuovissima "Il più bello spettacolo dopo il Big bang", mentre l'onore di chiudere spetta a "La bella vita" canzone allegra che nell'album "Ora" Jovanotti incide insieme agli artisti africani Amadou e Mariam.
Concludendo un concerto veramente bello che ha trovato un giusto mix di musica-tecnologia e feeling, regalando al pubblico canzoni vecchie e nuove.
Ci allontaniamo dallo Stadio Olimpico certi di aver assistito al più grande spettacolo dopo il Big Bang!

Scaletta concerto:

1. MEGAMIX
2. FALLA GIRARE
3. LA PORTA E' APERTA
4. AMAMI
5. L'ELEMENTO UMANO
6. LA NOTTE DEI DESIDERI
7. MEZZOGIORNO
8. SET ACUSTICO - le tasche piene di sassi, come musica, a te
9. ORA
10. TUTTO L'AMORE CHE HO
11. IO DANZO
12. BATTITI DI ALI DI FARFALLA
13. OMBELICO
14. MI FIDO DI TE
15. SET ACUSTICO - bella, ciao mamma, punto, piove, una storia d'amore, lungomare
16. FANGO
17. QUANDO SARO' VECCHIO
18. RAGAZZO FORTUNATO
19. IL PIU' GRANDE SPETTACOLO
20 BACIAMI ANCORA
21 LA BELLA VITA



A sorpresa Jovanotti si è presentato al Teatro Valle, ieri 10 luglio 2011, per dare la sua solidarietà e il suo sostegno agli occupanti del teatro, che vogliono impedire la sua trasformazione in casinò.
Per l'occasione Jovanotti ha regalato una mini performance acustica insieme al suo gruppo che potete scaricarvi qua nel mio sito.
La scaletta è stata la seguente:
1. Ora
2. Il più grande spettacolo dopo il Big bang
3. Temporale
4. L'elemento umano
5. Bella
6. Mi fido di te



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mercoledì 6 luglio 2011

Ringo Starr and his all starr band -Live in Rome-


Dopo anni e anni di attesa finalmente molti fan beatlesiani hanno l'occasione di poter vedere un concerto di Ringo Starr in terra italica.
Per la precisione due, visto che il 3 luglio si è esibito a Milano mentre il 4 è il turno di Roma.
L'ex beatles infatti con la sua all starr band suona spesso negli States ma questa volta ha voluto fare una capatina in Europa e dopo è prevista anche qualche tappa sud-americana.
La cornice è quella dell'Auditorium della musica, zona Flaminio.
Prima di entrare nella cavea dell'auditorium un rapido sguardo al merchandising che annovera giusto qualche maglietta del nostro Ringo e qualche book tour.
Il concerto inizia con grande puntualità alle 21, sono posizionato sulle tribune, ma la distanza dal palco è davvero minima e riesco a distinguere bene anche il nasone di Ringo!
Il gruppo inizia a suonare "It don't come easy" senza l'ex beatles che fa il suo ingresso tra il tripudio della folla dopo qualche secondo mostrando una invidiabile forma fisica visto che proprio in questi giorni spegnerà 71 candeline!
La sua voce è inconfondibile e mentre intona "Honey don't" la mente non può non andare agli anni '60 e ce lo immaginiamo vicino a Paul Mccartney, John Lennon e George Harrison mentre suona davanti a folle strepitanti e urlanti, oppure durante una session ad Abbey Road.
Alla terza canzone "Choose love" facente parte del suo periodo solista, si posiziona finalmente alla batteria Ludwig incominciando a suonare con il suo inconfondibile tocco.
Apriamo qua una doverosa parentesi per fugare una falsa diceria che vuole Ringo Starr essere un batterista scarso; per carità non siamo di fronte ad un virtuoso della batteria ma Ringo è stato sempre apprezzato da tantissimi illustri suoi colleghi come Phil Collins o Portnoy dei Dream Theatre che ne ammiravano lo stile inconfondibile e la ritmica precisa e senza sbavature. Andatevi a sentire la sua batteria in canzone dei Beatles come "Rain" o "Helter Skelter" e capirete.
Tornando al concerto personalmente avrei preferito una scaletta con solo canzoni di Ringo che invece da spazio anche alle composizioni dei suoi musicisti che vi vado qua a presentare: Wally Palmar alla chitarra ed armonica, Rick Derringer alla chitarra, Edgar Winter al sassofono, tastiere e percussioni, Gary Wright alle tastiere, Richard Page al basso e Greg Bissonette all'altra batteria.
Va detto altresì che sono tutti musicisti eccelsi,soprattutto l'eclettico Winter e il chitarrista Derringer e le loro composizioni non sono male, ma come detto avrei preferito sentire solo il caro vecchio Ringo.
Ringo che con gli anni non ha perso affatto il suo homour tipicamente inglese ed interagisce continuamente con il pubblico facendo battute tipo "Se non conoscete questa canzone avete sbagliato concerto" detta prima di attaccare "Yellow Submarine" o quando grida "Shut up" a un fan che gridava insistentemente il suo nome, provocando le risa di tutto l'auditorium.
Il concerto prosegue con l'esecuzioni di altri classici del periodo beatlesiano come "I wanna be your man" e "Boys" e con la canzone scritta insieme a George Harrison "Photograph" che non manca mai ai suoi concerti.
La chiusura è affidata alla stupenda "With a little help from my friends" e alla canzone inno di Lennon "Give peace a chance".
Ed è proprio con il segno di peace and love, ormai diventato un marchio di fabbrica di Ringo, che il batterista di Liverpool ci saluta dopo averci portato per più di un'ora e mezza negli anni '60 facendoci sentire quelle melodie che hanno fatto sognare, urlare e innamorare un mondo intero.
Lunga vita a Ringo Starr!
Questa è la scaletta completa del concerto:

1. It Don't Come Easy
2. Honey Don't (Carl Perkins cover)
3. Choose Love
4. Hang On Sloopy (Rick Derringer)(The McCoys cover)
5. Free Ride (Edgar Winter)
6. Talking In Your Sleep (Wally Palmar)(The Romantics cover)
7. I Wanna Be Your Man
8. Dream Weaver (Gary Wright)
9. Kyrie (Richard Page)(Mr. Mister cover)
10. The Other Side Of Liverpool
11. Yellow Submarine
12. Frankenstein (Edgar Winter)
13. Peace Dream
14. Back Off Boogaloo
15. What I Like About You (Wally Palmar)
16. Rock & Roll, Hoochie Koo (Rick Derringer)
17. Boys
18. Love Is Alive (Gary Wright)
19. Broken Wings (Richard Page)(Mr. Mister cover)
20. Photograph
21. Act Naturally
22. With A Little Help From My Friends > Give Peace A Chance



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