domenica 1 agosto 2010

Toquinho live-Villa Celimontana-Roma

Dopo Caetano Veloso, un'altra recensione brasileira, di scena nella stupenda cornice di Villa Celimontana in Roma ci attende il grande chitarrista Toquinho.
Come sempre prima di addentrarci nella recensione del concerto vorrei fare un breve cenno alla vita artistica di questo musicista di San Paolo che da più di 40 anni calca le scene musicali di mezzo mondo.
Inizia le prime lezioni di chitarra a 8 anni e il suo maestro Paulinho Nogueira, a cui dedicherà in seguito una canzone "Choro chorado pra Paulinho Nogueira", capisce subito che ha di fronte un piccolo talento.
Toquinho, al secolo Antonio Pecci Filho, deve il suo soprannome alla madre che lo chiama "Toquinho de gente" perchè era piccoletto.
Celebre la sua collaborazione decennale con il grande poeta Vinicus de Moraes, una vera istituzione in Brasile, con lui compone più di 100 canzoni e colleziona circa 1000 concerti intorno al mondo. Il poeta brasiliano che collaborò anche con l'eccezionale chitarrista "Baden Powell", forse tecnicamente il più dotato musicista che il brasile abbia mai avuto, fece conoscere a Toquinho anche Antonio Carlos Jobim, autore e pianista carioca che con le sue melodie aveva stregato anche Frank Sinatra che lo volle in Usa per incidere in versione americana i suoi capolavori come "Garota de Ipanema" o "Desafinado".
Toquinho partecipa a molti concerti facendo da chitarrista a Jobim e dopo la morte di Vinicius de Moraes inizia la sua carriera solista dando alle stampe quello che è forse il suo più grande successo: "Aquarela" che grazie alla traduzione di Maurizio Fabrizio e Guido Morra furoreggia anche in Italia conquistando premi, riconoscimenti e ovviamente il primo posto in classifica.
Degna di nota anche la collaborazione di Toquinho con la Vanoni ed il sempre presente De Moraes con l'album inciso nel '76 dal titolo "La voglia la pazzia l'incoscienza e l'allegria".
Ma veniamo al concerto, la cornice come già detto è molto bella e suggestiva, in mezzo al verde di Villa Celimontana. I posti sono tutti esauriti, spetta al suo gruppo formato da Ivani Sabino al basso, Pepa d'Elia alla batteria e Silvia Goes alla pianola l'onore di aprire il concerto con un pezzo strumentale. Toquinho deve far ancora il suo ingresso sul palco ma già si sente in lontananza la sua chitarra che ha iniziato a suonare dal sottopassaggio che porta al palco.
Quando fa il suo ingresso lo attende un grande applauso e lui ricambia regalandoci "Brasiliando" pezzo che interpretava in passato in coppia con Fred Bongusto seguito da "Tarde em Itapoa" prima canzone scritta insieme a Vinicius de Moraes.
Durante il concerto Toquinho alterna sue composizioni a grandi classici dei maestri che lo hanno inspirato durante la carriera, allora è un piacere farsi cullare da canzoni come "Garota de Ipanema" di Jobim o da "Que serà" di Chico Buarque portata in Italia al successo dalla Mannoia.
Ma forse i pezzi che incantano di più sono quelli strumentali in cui emerge tutta la grande tecnica chitarrista di Toquinho che ci delizia con "Manha de Carnaval" e con "Bachianina" una canzone che inizia con la famosa aria sulla quarta corda di Bach e si conclude con una canzone scritta da Toquinho proprio in coppia con il suo insegnante di infanzia Paulinho Nogueira.
Ed è proprio Toquinho a raccontarci che Nogueria una volta disse che se Dio avesse una voce sarebbe quella della musica di Bach.
A metà concerto una gradita sorpresa, fa ingresso sul palco Badi Assad una cantante brasiliana molto eclettica, che ci stupisce usando la sua voce come uno strumento di percussione ed eseguendo tre canzoni, una in coppia con Toquinho e due da sola suonando anche benissimo la chitarra. Da segnalare anche due omaggi italici con l'interpretazione di "Roma nun fa la stupida stasera" e della napoletana "Anema e core", la prima eseguita in stile bossa nova da Toquinho, la seconda stupendamente interpretata dalla suadente voce di Badi Assad.
Il concerto si conclude con dei classici quali la già citata "Aquarela" e la famosissima "Tristeza". Ma quando già ci preparavamo ad andare via Toquinho ci regala un inaspettato bis eseguendo "Samba em preludio" e "Trem das onze".
Concerto bellissimo, speriamo presto di riavere in Italia il nostro amato Toquinho e le premesse ci sono tutte visto che il chitarrista paulista ha detto di voler cantare e suonare fino a 92 anni! Glielo e ce lo auguriamo di cuore.
Forse l'unica pecca che si può muovere a questo straordinario artista è quella di essere rimasto un pò troppo ancorato al passato, regalandoci troppo raramente composizioni nuove.
Per il 2011 è però prevista finalmente una sua nuova uscita con un progetto che si preannuncia molto interessante, infatti Toquinho ha inciso un album in collaborazione col poeta cileno Antonio Skarmeta famoso per aver pubblicato tra i suoi romanzi "Ardiente Paciencia" da cui deriva il film "Il postino" interpretato dal grande e indimenticato Massimo Troisi.

Scaletta del concerto:
1) Instrumental
2) Brasiliando
3) Tarde em Itapoa
4) Que maravilha
5) Este seu olhar
6) Garota de Ipanema
7) Bachianina
8) Apelo
9) Roma nun fa la stupida stasera
10)Samba da bençao
11)Samba pra Vinicius
12)Manha de carnaval
13)Berimbau
14)Basica (Badi Assad e Toquinho)
15)Asa branca medley (Badi Assad)
16)A banca do distinto (Badi Assad)
17)Samba da rosa
18)O que serà
19)Anema e core
20)La voglia la pazzia l'incoscienza e l'allegria
21)Aquarela
22)Se todos fossem ugais a voce
23)Tristeza
24)A tonga da mironga do kabulete
25)Samba em preludio
26)Trem das onze

Scarica il concerto



lunedì 19 luglio 2010

Caetano Veloso -Live in Roma- Fiesta-


Serata torrida quella romana del 17.7.2010, ma quando di scena c'è il geniale compositore bahiano il caldo e la stanchezza passano in secondo piano.
Ci prepariamo a farci prendere per mano dal grande Caetano Veloso che ci avvolge con le sue melodie senza tempo, con cui ha raccontato di tutto: l'amore, la politica, l'esperienza traumatica della dittatura nel suo amato paese, la galera e il periodo di esilio passato a Londra.
Quinto di sette figli, Veloso ha iniziato la sua carriera cimentandosi con la bossa nova, ispirato dal suo mito Joao Gilberto, ma ben presto ha iniziato ad esplorare stili diversi e a sperimentare suoni innovativi.
Nella sua discografia sterminata troviamo una varietà di stili impressionante, arrangiamenti ora elettrici ora delicati ed acustici ma ad impressionare è soprattutto la sua capacità vocale, che risalta in tutto il suo splendore soprattutto dal vivo, e pensare che ora il cantante bahiano ha ben 68 primavere sulle spalle!
Ad accompagnarlo sul palco c'è la banda Cê composta da Pedro Sa alla chitarra, Ricardo Diaz Gomes al basso e Marcello Callado alla batteria.
Caetano ripropone molte canzoni del suo ultimo album "Zii e zie" che vi consiglio di ascoltare vivamente.
Tra le più belle sicuramente "Perdeu", "Lapa" e "A base de Guantanamo" quest'ultima a favore dei diritti umani dei cubani troppo spesso calpestati dagli americani.
A colpire è anche la grande cura di Veloso per gli arrangiamenti delle canzoni, la scenografia è invece essenziale, un telo dietro i musicisti proietta tal volta bellissimi immagini del Brasile.
Non manca l'omaggio alla sua amata sorella con la canzone "Maria Bethania" che come lo stesso Veloso ci racconta è stata scritta come richiesta d'aiuto alla stessa sorella mentre si trovava esiliato a Londra negli anni '70 mentre nel suo paese c'era la dittatura.
In scaletta anche un paio di cover, la prima è "Volver" di Carlos Gardel, cantata in un perfetto spagnolo da Veloso e la seconda è "Força estranha" di Roberto Carlos.
Altre bellissime canzoni si susseguono come "Nao identificado" e "Odeio", per il finale invece Caetano ci regala la stupenda "A luz de Tieta" canzone scritta nel 1997 per il film "Tieta do Brasil" del regista Carlos Diegues. Il pubblico canta il ritornello ipnotico insieme a Caetano e continua anche quando il chitarrista bahiano sparisce dietro alle quinte. Rimane la band che continua a suonare per un altro minuto, con il pubblico in estasi. Poi torna Caetano Veloso che ringrazia il pubblico di Fiesta, ma siamo soprattutto noi a ringraziare lui per questo gran concerto.
Spero che chi non conosca ancora questo grande artista sia invogliato a scoprirlo, perchè non resterà sicuramente deluso.
Ecco la scaletta completa del concerto:
1) A voz do morto
2) Sem cais
3) Trem das cores
4) Perdeu
5) Por quem?
6) Lobao tem razao
7) Maria Bethania
8) Irene
9) Volver
10) Desde que samba è samba
11) Tarado ni voce
12) Nao identificado
13) Odeio
14) A base de Guantanamo
15) Lapa
16) Agua
17) A cor amarela
18) Eu sou neguinha?
19) Força estranha
20) A luz de tieta

Scarica il concerto



martedì 6 luglio 2010

Cranberries live -Roma- Ippodromo delle Capannelle -5/7/2010-



Si respira aria anni '90 all'Ippodromo delle Capannelle di Roma, è di scena infatti il gruppo irlandese dei Cranberries che ha fatto cantare proprio negli anni '90 milioni di giovani in tutto il mondo, con canzoni come Zombie e Ode to my family, che univano ad una melodia irresistibile, la voce graffiante e unica di Dolores O' Riordan, nonchè tematiche impegnate come ad esempio quella del conflitto religioso in Irlanda del Nord contenuta nella già citata Zombie.
Il gruppo entra nello show business in punta di piedi con l'album "Everybody else is doing it, so why can't we?" che non ottiene un grande riscontro, ma è con il successivo album che i Cranberries si affermano a livello mondiale dando alle stampe "No need to argue" che si piazza al numero 1 nella classifica dei dischi più venduti in Italia e in Inghilterra mentre negli Usa il disco arriva fino al terzo posto.
In quel periodo i Cranberries partecipano anche all' MTV Unplugged, in quell'epoca tappa fissa di quasi tutti i più grandi gruppi musicali, e dopo due anni sfornano il loro terzo album "To the faithful departed" che anche se non riesce a ricreare la magia di "No need to argue" è comunque un buon disco che contiene brani belli e tirati come "Salvation" e "War child" ed anche un omaggio commosso a John Lennon con la canzone "I just shot John Lennon".
Gli ultimi due dischi della band prima dello scioglimento sono "Bury the hatchet" e "Wake up and smell the coffee", poi dopo una pausa di alcuni anni Dolores inizia la sua carriera solista fatta di un paio di buoni album che però sono ben distanti dalla magia dei Cranberries, magia che per la gioia di tutti i fans torna ad aleggiare con questa reunion tanto attesa, che porterà i Cranberries in tour per tutto il mondo e speriamo anche alla scrittura di nuove canzoni.
Ma veniamo al concerto, sono un quarto alle 22 quando la piccola Dolores entra saltellando sul palco trasmettendo la sua energia a tutti gli spettatori dell'Ippodromo delle Capannelle.
Si parte con "Analyse" e si prosegue con la bellissima "Animal Instinct", il pubblico sa a memoria tutte le parole e spesso Dolores rivolge il microfono verso la folla per far completare parte della canzone.
Altri successi vengono riproposti con grande energia dalla band irlandese, una tirata e sempre pungente "Linger" per passare a "Just my imagination".
Non mancano un paio di canzoni del periodo solista di Dolores come "Ordinary day" e "Switch off the moment". Il suono della band è compatto e senza sbavature, alle chitarre c'è Noel Hogan mentre il fratello Mike è al basso, il batterista Fergal Lawler è di padre italiano e regala un saluto al pubblico di Roma che risponde con entusiasmo. La voce di Dolores è in gran forma, e il mal di gola che l'ha costretta ad annullare alcune date prima di queste è un lontano ricordo.
Il look di Dolores è quello di tanti anni fa, capello corto, scarponcini alla dottor Martens e soprattutto tanta grinta, come quella che usa per incantarci con "Zombie" canzone premiata come migliore del 1995 agli mtv awards.Ogni tanto Dolores rinfresca i suoi fan gettando acqua su di loro, verso la fine riceve anche sul palco un suo ritratto a matita fatto da una fan.
Si arriva alla fine con cinque canzoni come bis tra le quali le stupende "Empty" e "Dreams".
Dreams come i sogni che hanno vissuto i tanti fans accorsi alle Capannelle per vedere questo bellissimo spettacolo.
Ecco la scaletta completa e un piccolo video live della serata.

Scaletta:
1) Analyse
2) Animal instinct
3) How
4) Ordinary day
5) Linger
6) Wanted
7) Just my immagination
8) When you're gone
9) Switch off the moment
10) Desperate Andy
11) Time is ticking out
12) I can't be with you
13) Ode to my family
14) Free to decide
15) Salvation
16) Ridicolous thoughts
17) Zombie
18) Shattered
19) Empty
20) Still can't
21) The journey
22) Dreams

>Scarica il file


lunedì 24 maggio 2010

Latte e i suoi derivati live al Teatro Olimpico di Roma

Ingredienti per la ricetta: prendete dei musicisti molto bravi, due comici romani dallo humor diretto e sanguigno, aggiungete testi strampalati e divertenti ed avrete LSD! No no! Che avete capito!Mica stiamo parlando di acidi lisergici! Ma di Latte e i suoi derivati, la band romana capitanata da Greg e Lillo che porta dal 1994 nei locali e nei teatri romani la propria comicità in forma di musica.
E pensare che il gruppo è nato per puro caso, infatti Lillo e Greg, al secolo Pasquale Petrolo e Claudio Gregori, avevano tentato di creare una rivista mensile di fumetti demenziali insieme al batterista Paolo Di Orazio, ma la casa editrice che doveva finanziare il tutto fallì, portando i nostri eroi a provare a trasportare la propria comicità fumettistica in ambito musicale.
Cominciano allora a comporre i primi brani ma dopo circa un anno il progetto non decolla e il gruppo si scioglie. Il treno delle occasioni però sembra fare una seconda fermata dalle parti di Lillo e Greg, infatti un anno dopo vengono invitati a suonare ad un locale di Roma, il "Classico" per prender parte ad un festival demenziale chiamato "Premio per l'ugola d'oro", che viene vinto proprio dai Latte e i suoi derivati che diventano in breve una band di culto di Roma.
Nel concerto del Teatro Olimpico i Latte e i suoi derivati ci presentano un loro "best of", canzoni che hanno fatto la loro storia e che nel territorio romano sono conosciutissime, forse non nel titolo ma sicuramente nei ritornelli demenziali e negli sketch, sketch che sono spesso presenti nelle loro canzoni, non è affatto strano infatti che la band smetta improvvisamente di suonare mentre Lillo e Greg cominciano a snocciolare battute e a improvvisare gag esilaranti.
Si parte con "Ginoska", uno ska incentrato su un tizio di nome Gino che Greg vuole riempire di botte, infatti il ritornello dice "E noi a Gino lo menamo, lo menamo lo menamo".
Dallo ska passiamo al rock con una canzone cantata da Lillo intitolata "Mick Jagger" in cui ci si chiede come cavolo faccia il mitico Mick a reggere una vita piena di stravizi e a rimorchiare come un ventenne alla veneranda età di 65 anni!
Dal rock si passa al country con una canzone intitolata "Canzone country in italiano" in cui ci si chiede perchè parlare di vacche e colline faccia molto "fico" in Usa e faccia invece ridere se lo facciamo in Italia.
Come detto in precedenza, il gruppo di musicisti che accompagna Lillo e Greg è veramente valido, e spesso i testi esilaranti ci distraggono dalla ottima fattura della musica che tocca gli stili e gli standard più disparati.
Oltre al già citato batterista Di Orazio abbiamo alla chitarra Fabio Taddeo e alla sezione fiati i membri della band "Blues Willies.
Non mancano le prese in giro a Califano, tra l'altro imitato alla perfezione da Greg, con le canzoni "Puffi" e "Roccomon".
Il concerto non poteva non chiudersi con il loro cavallo di battaglia: "Otto il passerotto" storia di un papà che racconta una favoletta a suo figlio su una fatina che trasforma un numero in un passerotto, storia che tracima fino a diventare horror e splatter dopo che Lillo nelle parti del figlio di Greg fa perdere le staffe a suo padre interrompendolo di continuo. Non c'è un concerto dei Latte che non si concluda con questa canzone che nonostante la sua lunghezza è conosciuta a menadito dai fan.
Quindi quando volete rilassarvi e nel contempo farvi un bel pò di risate andate a sentire "Latte e i suoi derivati" oppure mettete sù un loro cd!

Scaletta del concerto (non in esatto ordine di esecuzione) :
1) Ginoska
2) Mick Jagger
3) Canzone country in italiano
4) E nun è vero un cazzo
5) La fresca insalatina
6) Amnesy International
7) Rocco Angeletti
8) Compagni camerati
9) Occhi di luna
10) Una pagnotta e un sogno in tasca
11) La storia di Lhyrlo
12) I puffi
13) Rokkomon
14) La Bbella e la Bbestia
15) Subliminaki
16) The pescator
17) Il ballo dell'estate
18) Otto il passerotto

Posto il video di due canzoni esilaranti che non hanno trovato posto in scaletta "Kazoo" e  "Geppa Geppa", buon ascolto!



venerdì 21 maggio 2010

Dalla - De Gregori live al Gran Teatro di Roma

Dopo ben 31 anni la coppia che aveva dato vita al famoso "Banana Republic" tour torna insieme e lo fa regalandoci un concerto di oltre 2 ore, in cui Dalla e De Gregori sfoderano i pezzi migliori del loro repertorio, aggiungendo anche un paio di inediti scritti per l'occasione.
Forse ultimamente i due grandi cantautori italiani non ci hanno regalato album memorabili, ma credetemi il loro concerto è un susseguirsi di pezzi mozzafiato e di evergreen incredibili che ci fanno capire quanto questi due artisti abbiano donato al panorama musicale italiano. Canzoni intramontabili che restano indelebili nel cuore e nella mente del pubblico, canzoni che hanno segnato un'epoca ma che continuano a dare vibrazioni come fossero state scritte poche ore fa.
Il concerto si apre con un pezzo strumentale "Over the Rainbow" con De Gregori alla sua amata armonica a bocca e Dalla al clarino. Il primo pezzo cantato è "Tutta la vita" con Dalla che passa al piano e De Gregori alla sua chitarra acustica.
La particolarità del concerto sta anche nel fatto che ognuno entra nelle canzoni dell'altro, ed è divertente vedere i vocalizzi di Lucio su "Titanic" e quelli di Francesco su "Anna e Marco".
"La leva calcistica del '68" è accolta da un fragoroso applauso del pubblico che riempe fino ad esaurimento il Gran Teatro di Roma, anche questa canzone vede Dalla e De Gregori duettare con scioltezza e in più il cantautore bolognese la impreziosisce con un bellissimo assolo di sax.
Poi Dalla ci introduce a "Henna" canzone che parla della guerra con un testo cosi poetico e toccante che Lucio prima di cantare la canzone la fa recitare dal corista Marco Alemanno.
Una parola merita anche la coreorgrafia del pittore e scultore Mimmo Paladino che raffigura una testa di soldato che canzone dopo canzone si riempe di disegni a volte essenziali e quasi astratti che traducono in immagini le parole delle splendide canzoni di Dalla e De Gregori.
Si arriva al primo pezzo inedito "Gran Turismo" che non colpisce particolarmente, mentre l'altro pezzo inedito dal titolo "Non basta saper cantare" è molto più bello e godibile.
Non penso debba aggiungere molto sulle seguenti canzoni : "Piazza Grande", "La donna cannone", " Caruso" e "L'anno che verrà", giusto un aggettivo: meravigliose.
Per la canzone "Rimmel" il teatro diventa un grande karaoke, dietro al palco vengono infatti proiettate le parole della canzone dando modo così al pubblico di cantarle insieme a De Gregori.
Il concerto ci regala molte altre canzoni, voglio citarne due in conclusione, "Buonanotte fiorellino" completamente diversa da come la conosciamo, arrangiata con un ritmo molto sincopato e "Just a gigolò" una canzone scritta nel 1929 da Nello Casucci e spesso eseguita sulle navi da crociera, la canzone sbarcò poi in Germania e via via si diffuse in maniera incredibile nel mondo. Può contare interpretazioni illustri quali quella di Louis Armstrong e Bing Crosby. Il testo invece è stato riscritto da Dalla e De Gregori che hanno scelto il brano anche come singolo.
I musicisti che hanno accompagnato Dalla e De Gregori sul palco sono Bruno Mariani alle chitarre, Alessandro Valle alla pedal steel guitar, Alessandro Arianti e Fabio Coppini alle tastiere, Guido Guglielminetti al basso, Gionata Colaprisca alle percussioni, Maurizio Dei Lazzaretti alla batteria, Emanuela Cortesi e Marco Alemanno ai cori.
Completa la formazione il Nu-Ork Quartet, quartetto d’archi diretto dal maestro Beppe D’Onghia.
Ecco la scaletta completa del concerto (non in esatto ordine di esecuzione):

 Over the rainbow
 Tutta la vita
 Anna e Marco
 Titanic
 La Leva calcistica della classe '68
 Henna
 Gran turismo
 Santa Lucia
 I matti
 Canzone
 I muscoli del capitano
 Piazza grande
 Rimmel
 Futura
 La donna cannone
 Caruso
 Buonanotte fiorellino
 Come è profonodo il mare
 Viva l'Italia
 La storia
 La sera dei miracoli
 A pà
 L'anno che verrà
 Non basta saper cantare
 Balla balla ballerino
 Just a gigolò
 La valigia dell'attore
 L'agnello di Dio
 4/3/43
 Nuvolari



lunedì 10 maggio 2010

Irio De Paula live al Beba do Samba

Questa volta la recensione si tinge di verde oro, perchè ho avuto la fortuna di assistere al concerto di un grande chitarrista brasiliano: Irio De Paula.
Forse ai più che non masticano ritmi brasiliani, bossa e atmosfere sud-americane questo nome dice poco, ma se ancora non lo conoscete è arrivato il momento di colmare questa lacuna e vi assicuro che non ve ne pentirete.
Prima di addentrarci nella serata di musica carioca che ci ha regalato il grande Irio voglio darvi qualche piccola informazione su questo grande chitarrista brasiliano che nasce a Rio de Janeiro nel 1939 e già alla tenera età di 6 anni comincia a suonare la chitarra.
Colleziona collaborazioni illustri suonando con mostri sacri della musica brasiliana come Baden Powell, Astrud Gilberto e Chico Buarque.
In Italia sbarca negli anni '70 dopo essere stato protagonista di un tour europeo insieme alla cantante Elza Soares.
La sua discografia è sconfinata, basta dare un'occhiata a wickipedia per rendersene conto.
Recentemente si è esbito insieme al nostro trombettista Fabrizo Bosso, anche lui come Irio De Paula, virtuoso del suo strumento, che così bene si abbina alle melodie chitarriste dell'artista carioca.
Ma veniamo al concerto che si è tenuto al Beba do Samba, piccolo e accogliente locale sito nel quartiere San Lorenzo di Roma.
Irio De Paula ama suonare vari tipi di chitarre passando dalla sei alla dodici corde, oppure affidandosi al suo amato cavaquinho, una chitarra molto piccola a quattro corde tipica della cultura musicale brasiliana.
Per questa serata Irio sceglie di affidarsi ad una chitarra classica sette corde, molto usata nella tradizione brasiliana per suonare il samba e lo choro ma tipica anche della tradizione russa.
Per chi mastica un pò di chitarre, la sette corde è accordata come una chitarra classica ma con un Do in più sopra il Mi basso.
Chiusa questa piccola parentesi tecnica il concerto inzia e Irio De Paula ci fa subito capire di essere un tutt'uno con la chitarra.
Il concerto è interamente strumentale, Irio non dice una parola, se non per ringraziare il caloroso pubblico del Beba do Samba, ma a parlare per lui è la chitarra.
Si alternano canzoni canzoni memorabili come "Wave", "Agua de Beber", " Se todos fossem ugais a voce" e "Samba do Aviao" del grande Antonio Carlos Jobim ad altre forse meno note ma sicuramente non meno belle come "Asa Branca" di Luiz Gonzaga che rientra nella categoria in gergo chiamata "choro" ovvero pianto, tecnica di difficile esecuzione usata nel nord-est del Brasile.
Si passa poi all'esecuzione di "Tristeza" portata al successo in Italia dalla Vanoni, e si prosegue con "O que serà" pezzo scritto da Chico Buarque spesso eseguito live in Italia da Fiorella Mannoia.
La chitarra di Irio De Paula continua a regalare emozioni, la sua tecnica è impeccabile e quando capita qualche piccola sbavatura chitarristica il grande artista brasiliano è bravo a correggierla al volo e a trasformarla in un'improvvisazione jazz.
E sì, perchè la musica brasiliana è proprio una derivazione del Jazz e proprio con molti aristi jazz Irio De Paula ha avuto l'occasione di suonare in passato, artisti quali Barnie Kessel, Tal Farlow, Toots Thielemans, Buster Williams, Jimmy Cobb, Bobby Durham, Fabrizio Bosso, Phil Woods, Lee Konitz, Renato Sellani, Gianni Basso, Cidinho Teixeira, Franco Cerri e Gato Barbieri solo per citarne alcuni.
Il concerto prosegue, l'artista brasiliano è più di un'ora che suona ma il tempo sembra esser volato, e chiudendo gli occhi sulle note di "Na baixa do sapateiro" del monumentale Ary Barroso, non si possono non vedere i colori sgargianti del Brasile, delle sue foreste e delle sue spiagge incantevoli.
Irio De Paula omaggia anche l'indimenticabile poeta brasiliano Vinicius De Moraes eseguendo "Samba da Bençao" e chiudendo il concerto con l'intramontaile "Garota de Ipanema".
Spero di avervi fatto venir voglia di ascoltare questo artista brasiliano che a quasi settanta anni suona con l'energia e la spensieratezza di un ragazzo, portandoci in dono un pezzo del suo Brasile, della sua storia, insomma una parte di sè.



martedì 20 aprile 2010

Litfiba -Live al Palalottomatica di Roma-

Eccoci alla seconda recensione, stavolta si tratta dei Litfiba, storico gruppo rock italiano che dopo dieci anni di stop torna a calcare i palcoscenici italiani per la gioia di tutti i fans.
Risale infatti alla fine degli anni '90 l'ultimo lavoro della coppia Pelù/Renzulli, che con l'album "Infinito" mette fine alla favola Litfiba.
Piero e Ghigo cominciano carriere soliste che alternano buoni momenti ad altri decisamente no.
Ma quello che conta è che ora il magico duo è finalmente tornato insieme per ricreare quell'alchimia magica che ci ha regalato in tutti questi anni canzoni stupende e testi pieni di tematiche sociali.
Dopo questa doverosa introduzione passo alla recensione del concerto che si è tenuto ieri 19 aprile 2010 al Palalottomatica di Roma.
Il palazzetto è gremito e quando si spengono le luci che preannunciano l'imminente entrata della band l'urlo della folla è fragoroso.
Si parte con Proibito brano contenuto nell'album "El Diablo" ed è subito chiaro che Piero ha energia da vendere, salta sul palco come un ragazzino e a dispetto delle sue 48 primavere sfoggia ancora un fisico atletico e asciutto.
Musicalmente la band sembra ben amalgamata, è un piacere vedere lo stile pacioso ma impeccabile del mitico Ghigo Renzulli alla chitarra che snocciola riff taglienti sulle note di "Resta", seconda canzone in scaletta, per passare poi ad una "Cangaceiro" in cui i ritmi afro delle percussioni ci fanno saltare senza sosta.
Al basso abbiamo Daniele Bagni detto Barni che insieme al batterista Pino Fidanza crea un tappeto ritmico su cui le tastiere di Federico Sagona e le note del bravo Ghigo si stendono magistralmente.
La quarta canzone manda in visibilio la folla perchè si tratta di "Paname" brano che tanta popolarità ha conosciuto anche in Francia nei primi anni '80 contenuto in uno degli album da me preferiti dei Litfiba: "Tre" uscito nel 1988 a cui Piero e compagni attingono anche per riproporci una versione ri-arrangiata di "Ci sei solo tu" ed  altri tre  pezzi di grande energia : "Cuore di vetro" , "Bambino" e l'immancabile "Tex" brano dal sapore western che parla del tema della libertà.
Altri pezzi dei primi Litfiba proposti sono: "Dio", anch'esso con un nuovo arrangiamento e "Lulù Marlène".
C'è anche spazio per brani dal ritmo più soft ma non per questo meno appassionanti, sto parlando ad esempio di " Il Volo" o della sempreverde "Fata Morgana".
I ritmi sono serrati, Piero spesso introduce le sue canzoni con critiche al mondo della politica che spesso vive di promesse mai mantenute, dando l'intro perfetto per la canzone "Maudit" che insieme a "Dimme il nome" ed a "El diablo" fa parte del primo bis della band.
Le luci si spengono, Piero viene acclamato a gran voce e dopo pochi minuti fa rientro sul palco e ci regala il secondo bis della serata con "Lacio Drom" e "Lo spettacolo".
Il concerto finisce, Piero e Ghigo  ci hanno dimostrato che tutto questo tempo non ha intaccato la loro energia musicale e la loro passione. Unica pecca da segnalare è l'acustica del palazzetto che distorce troppo il suono e non rende giustizia alla bravura dei gruppi che vi si esbiscono.
Il tour primaverile prevede un'ultima tappa ad Acireale, poi l'appuntamento è per quest'estate con altre tappe tra cui una nuova nella capitale all'Ippodromo delle Capannelle.
A fine tour è prevista anche l'uscita di un album live che racchiude il meglio di queste esibizioni con l'aggiunta anche di alcuni pezzi inediti. Non vediamo l'ora!

Scaletta concerto:

1) Proibito
2) Resta
3) Cangaceiro
4) Paname
5) Bambino
6) Il volo
7) Sparami
8) Lulù Marlene
9) Dio
10) Spirito
11) Tex
12) Ferito
13) Fata Morgana
14) Animale di zona
15) A denti stretti
16) Cuore di vetro
17) Gioconda
18) Ritmo #2
19) Ci sei solo tu
20) Maudit
21) Dimmi il nome
22) El Diablo
23) Lacio drom
24) Lo spettacolo

mercoledì 14 aprile 2010

Sergio Caputo Live al The Place di Roma -Recensione-

Ciao a tutti, voglio innaugurare il mio blog di recensioni musicali e di costume al grande Sergio Caputo, artista che magari non sarà da stadi pieni e da folle urlanti ma che con il suo jazz-swing ha davvero arricchito il canzoniere della musica italiana, con canzoni mai banali (anche quando si parla di canzoni d'amore) e toccando le tematiche più varie con testi brillanti e spesso ironici.
Ma veniamo al dunque e passiamo alla recensione del concerto tenuto da Sergio Caputo ieri 13 aprile 2010, al The Place di Roma, piccolo ma accogliente locale a due passi da Castel Sant'Angelo.
Per le date romane, Sergio si fa accompagnare da Patrizio Sacco al basso da Marco Monaco alla batteria e da Mario Dovinola alle tastiere e nonostante il quartetto abbia avuto poco tempo per provare le canzoni in scaletta, l'intesa è veramente buona.
Sergio apre il concerto con "Io e Rino" brano di apertura del suo album più bello:"Un sabato italiano" e continua con una canzone che raramente aveva eseguito live: "Cento gocce di pioggia", un pezzo molto country, poi snocciola con grande disinvoltura una serie di classici che sembra non conoscano l'usura del tempo come "Ma che amico sei", "Il Garibaldi Innamorato" e "L'astronave che arriva" fino ad una strepitosa "Non bevo più tequila" eseguita in una nuova veste, con un ritmo più sincopato. E qui sta il bello della musica jazz che si presta molto ad essere modellata ed a seguire gli umori dell'artista del momento, senza rimanere ancorata a degli schemi ben precisi.
Prima di arrivare al break c'è spazio ancora per qualche sorpresa, Sergio ripesca un brano dall'album "Lontano che vai" del 1989, per la precisione di tratta di "Dammi un pò di più" e lo lega in medley con "Flamingo" brano che aveva portato a San Remo nel 1998.
Arriva il momento dell'ospite che in questo caso corrisponde al nome di Max Tortora, che è un grande fan di Caputo e ci stupisce eseguendo al piano, nonostante un po di emozione, una bellissima versione di "Spicchio di luna" alternandosi al canto con Sergio.
Dopo 10 minuti di pausa si riprende con quattro canzoni eseguite da Caputo solamente voce e chitarra acustica, si parte con "Cimici e bromuro" e si prosegue con "Week end", "Effetti personali" per finire con "Visite a sorpresa" che la si può gustare anche nel cd di Sergio Caputo "A tu per tu" uscito qualche anno fa e in cui l'artista romano ci regala nove pezzi solo voce e chitarra acustica.
Rientra la band per regalarci un finale mozzafiato che comprende classici come "Metamorfosi", "Bimba se sapessi", l'immancabile evergreen "Un sabato Italiano" e "Merci Bocu" con Max Tortora che torna al piano acclamato dal caloroso pubblico del The Place.
L'onore di chiudere questa bella serata spetta a "Mettimi giù", poi Sergio ci ringrazia e noi ringraziamo lui per averci regalato l'ennesima serata di buona musica.
L'unico rimpianto è stata l'assenza del bravissimo Visibelli alla sezione fiati e al brillante pianista Vianello, che avrebbero sicuramente ornato con i loro fraseggi le canzoni, ma d'altro canto c'è da dire che in questo modo abbiamo potuto apprezzare le canzoni in una forma più intima ed essenziale. Cos'altro aggiungere se non un grande invito ad andare a vedere il nostro grande unico e inimitabile Sergio Caputo!

Ecco la scaletta del concerto:

1. Io e Rino
2. Cento gocce di pioggia
3. Ma che amico sei
4. Non bevo più tequila
5. Il Garibaldi innamorato
6. Italiani mambo
7. Dammi un pò di più/Flamingo
8. L'astronave che arriva
9. Hemingway caffè latino
10. Spicchio di luna
11. Cimici e bromuro
12. Week-end
13. Effetti personali
14. Visite a sorpresa
15. Metamorfosi
16. Night
17. Un sabato italiano
18. Bimba se sapessi
19. Merci bocù
20. Caro diario
21. Mettimi giù

Scarica il concerto