lunedì 10 maggio 2010

Irio De Paula live al Beba do Samba

Questa volta la recensione si tinge di verde oro, perchè ho avuto la fortuna di assistere al concerto di un grande chitarrista brasiliano: Irio De Paula.
Forse ai più che non masticano ritmi brasiliani, bossa e atmosfere sud-americane questo nome dice poco, ma se ancora non lo conoscete è arrivato il momento di colmare questa lacuna e vi assicuro che non ve ne pentirete.
Prima di addentrarci nella serata di musica carioca che ci ha regalato il grande Irio voglio darvi qualche piccola informazione su questo grande chitarrista brasiliano che nasce a Rio de Janeiro nel 1939 e già alla tenera età di 6 anni comincia a suonare la chitarra.
Colleziona collaborazioni illustri suonando con mostri sacri della musica brasiliana come Baden Powell, Astrud Gilberto e Chico Buarque.
In Italia sbarca negli anni '70 dopo essere stato protagonista di un tour europeo insieme alla cantante Elza Soares.
La sua discografia è sconfinata, basta dare un'occhiata a wickipedia per rendersene conto.
Recentemente si è esbito insieme al nostro trombettista Fabrizo Bosso, anche lui come Irio De Paula, virtuoso del suo strumento, che così bene si abbina alle melodie chitarriste dell'artista carioca.
Ma veniamo al concerto che si è tenuto al Beba do Samba, piccolo e accogliente locale sito nel quartiere San Lorenzo di Roma.
Irio De Paula ama suonare vari tipi di chitarre passando dalla sei alla dodici corde, oppure affidandosi al suo amato cavaquinho, una chitarra molto piccola a quattro corde tipica della cultura musicale brasiliana.
Per questa serata Irio sceglie di affidarsi ad una chitarra classica sette corde, molto usata nella tradizione brasiliana per suonare il samba e lo choro ma tipica anche della tradizione russa.
Per chi mastica un pò di chitarre, la sette corde è accordata come una chitarra classica ma con un Do in più sopra il Mi basso.
Chiusa questa piccola parentesi tecnica il concerto inzia e Irio De Paula ci fa subito capire di essere un tutt'uno con la chitarra.
Il concerto è interamente strumentale, Irio non dice una parola, se non per ringraziare il caloroso pubblico del Beba do Samba, ma a parlare per lui è la chitarra.
Si alternano canzoni canzoni memorabili come "Wave", "Agua de Beber", " Se todos fossem ugais a voce" e "Samba do Aviao" del grande Antonio Carlos Jobim ad altre forse meno note ma sicuramente non meno belle come "Asa Branca" di Luiz Gonzaga che rientra nella categoria in gergo chiamata "choro" ovvero pianto, tecnica di difficile esecuzione usata nel nord-est del Brasile.
Si passa poi all'esecuzione di "Tristeza" portata al successo in Italia dalla Vanoni, e si prosegue con "O que serà" pezzo scritto da Chico Buarque spesso eseguito live in Italia da Fiorella Mannoia.
La chitarra di Irio De Paula continua a regalare emozioni, la sua tecnica è impeccabile e quando capita qualche piccola sbavatura chitarristica il grande artista brasiliano è bravo a correggierla al volo e a trasformarla in un'improvvisazione jazz.
E sì, perchè la musica brasiliana è proprio una derivazione del Jazz e proprio con molti aristi jazz Irio De Paula ha avuto l'occasione di suonare in passato, artisti quali Barnie Kessel, Tal Farlow, Toots Thielemans, Buster Williams, Jimmy Cobb, Bobby Durham, Fabrizio Bosso, Phil Woods, Lee Konitz, Renato Sellani, Gianni Basso, Cidinho Teixeira, Franco Cerri e Gato Barbieri solo per citarne alcuni.
Il concerto prosegue, l'artista brasiliano è più di un'ora che suona ma il tempo sembra esser volato, e chiudendo gli occhi sulle note di "Na baixa do sapateiro" del monumentale Ary Barroso, non si possono non vedere i colori sgargianti del Brasile, delle sue foreste e delle sue spiagge incantevoli.
Irio De Paula omaggia anche l'indimenticabile poeta brasiliano Vinicius De Moraes eseguendo "Samba da Bençao" e chiudendo il concerto con l'intramontaile "Garota de Ipanema".
Spero di avervi fatto venir voglia di ascoltare questo artista brasiliano che a quasi settanta anni suona con l'energia e la spensieratezza di un ragazzo, portandoci in dono un pezzo del suo Brasile, della sua storia, insomma una parte di sè.



1 commento:

  1. Grande Irio, complimenti per la bella recensione e per la competenza, grazie!

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